SPAZIO APERTO “NO INCENERITORE NO TAV”



Dal dicembre 2005 esiste a Trento uno spazio aperto “No inceneritore No Tav” il cui scopo è quello di impedire la costruzione dell’inceneritore di Ischia Podetti (alla periferia di Trento) e il progetto dell’Alta Velocità/Alta Capacità da Monaco a Verona (di cui fa parte il tunnel del Brennero), che devasterebbe intere vallate e provocherebbe, con i suoi 200 e più km di gallerie, un disastro idrogeologico annunciato... continua...

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TAV in Trentino: un breve bilancio

Una cosa è sicura. Sono dovuti uscire allo scoperto.
Senza le numerose serate informative, le iniziative, le proteste, le manifestazioni promosse in questi anni, il passaggio del progetto dell’Alta Velocità/Alta Capacità nei vari consigli comunali sarebbe stato una mera formalità. Invece si accumulano i NO, i dubbi, le perplessità. Dellai, Pacher e i responsabili tecnici del progetto devono arginare le critiche e i timori. Tanto per fare un esempio: quella presentazione video del progetto che non più di due mesi fa era una sorta di spot pubblicitario è stata di continuo aggiornata per “rispondere” alle critiche (il pericolo idrogeologico, prima solo accennato di sfuggita, ora è apertamente ammesso, si sono aggiunte delle parti sulle discariche, sul trasporto dello smarino, ecc.). Beninteso, le menzogne raccontate abbondano, ma non basta più il silenzio a nascondere le preoccupazioni.
Sappiamo che non sarà l’opposizione istituzionale a fermare quest’opera inutile e devastante, ma solo la mobilitazione diretta della gente. Tuttavia, le posizioni che stanno emergendo nei vari consigli comunali rivelano che la contrarietà di tante persone non può essere ignorata neanche nei salotti buoni. Non solo. Il muro di gomma di Dellai (si può discutere il come fare l’opera, il se è fuori discussione, “irreversibile”) può produrre due reazioni: la rassegnazione oppure la protesta orgogliosa e consapevole. Con un rischio: cadere nella trappola di discutere i dettagli o le singole soluzioni senza mettere in discussione l’intero progetto (il quale possiede una sua indubbia coerenza interna, accettate le premesse).
Emblematica una frase pronunciata dal Governatore durante il consiglio comunale di Rovereto (mercoledì 9 settembre, ore 19,30): “Quando la decisione definitiva è stata presa, si può dialogare”. Il dialogo, insomma, è una sorta di balletto immobile a giochi già fatti. L’Opera non si tocca.
Emblematico anche il comportamento della Giunta di Rovereto. Si scarta l’ipotesi di Marco (perché lì si annuncia battaglia), ma si difende il progetto; anzi: si propone un’uscita all’aperto più vicina alla zona industriale della città. Si lascia leggere e commentare il documento della circoscrizione di Marco (documento che non si limita a salvare il proprio abitato, ma pone dei dubbi sull’opera in se stessa), ma poi non lo si lascia votare (per non creare imbarazzi a Dellai).
Di fronte a Dellai che dichiarava che quest’opera non c’entra nulla con il TAV, non un solo consigliere che abbia fatto le più ovvie delle domande: “Perché si dice che l’opera serve per trasferire le merci da gomma a rotaia, se il cosiddetto corridoio 1 Berlino-Palermo (di cui la tratta trentina è parte) da Bologna in giù è solo per i treni passeggeri ad alta velocità?” “Se è solo per le merci, perché progettate una gigantesca stazione internazionale a Trento?”.
Ma il punto è un altro: sanno bene che le alternative a questo progetto scellerato esistono (come lo sanno per quanto riguarda l’inceneritore di Ischia Podetti), ma a muoverli è una logica ben precisa: i miliardi di euro in gioco.
L’aspetto positivo del consiglio comunale del 9 settembre a Rovereto è stata la folta presenza fuori e sotto di NO TAV e di abitanti di Marco con bandiere e cartelli contro l’opera.
Intanto nella zona di Ala, l’Associazione Tutela del Territorio ha organizzato sette serate pubbliche in un mese nelle varie frazioni. I risultati si sono visti: Pacher e l’ingegner De Col sono stati subissati di critiche, sia generali che puntuali, durante l’incontro pubblico ad Ala del 28 agosto.
Bisogna continuare. La battaglia è lunga.