SPAZIO APERTO “NO INCENERITORE NO TAV”



Dal dicembre 2005 esiste a Trento uno spazio aperto “No inceneritore No Tav” il cui scopo è quello di impedire la costruzione dell’inceneritore di Ischia Podetti (alla periferia di Trento) e il progetto dell’Alta Velocità/Alta Capacità da Monaco a Verona (di cui fa parte il tunnel del Brennero), che devasterebbe intere vallate e provocherebbe, con i suoi 200 e più km di gallerie, un disastro idrogeologico annunciato... continua...

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CONTINUA LA CRIMINALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO NO TAV

In seguito alla manifestazione del 15 ottobre a Roma, si è scatenata una canea mediatica contro il movimento NO TAV, a cui hanno contribuito esponenti politici del PDL come del PD. Il motivo è semplice: la resistenza valsusina impensierisce i potenti. E questo non solo perché sta bloccando un'opera che porterebbe nelle loro tasche miliardi di euro, ma perché è un segnale di riscossa per tutti: fermare la devastazione è possibile. La solita solfa sui black bloc, i cattivi, i facinorosi, gli infiltrati non ci incanta. Con salari e pensioni da fame, con la quotidiana carneficina della dignità di milioni di persone, prima o poi la rabbia doveva esplodere, ed è esplosa. Noi non piangiamo per le banche danneggiate. Piangiamo tutti quellli che dalle banche vengono stritolati.
Si può essere più o meno d'accordo con certe pratiche di piazza, ma il gioco della criminalizzazione e della delazione è osceno.
Per lo stesso motivo, diciamo con chiarezza che la vera violenza pianificata e il vero terrorismo sono quelli degli Stati, degli eserciti, delle multinazionali.
Rispetto ai comunicati usciti sia in Valsusa sia in Trentino di presa di distanza da alcuni sabotaggi contro gli interessi del TAV, il discorso è lo stesso. Certe azioni possono essere condivise o meno. Si può ragionare sulla loro giustezza e sulla loro opportunità. Ma definirle terroristiche non è accettabile. "Terrorismo", se si consulta persino un dizionario, significa "uso indiscriminato della violenza per conquistare, consolidare o difendere il potere politico". Danneggiare macchinari o altro di chi impone certi progetti devastanti non è affatto una violenza "indiscriminata" (ammesso che sia "violenza"), e non c'entra con il potere. Non usiamo, per esprimere le nostre posizioni, le stesse parole di quest'ultimo. Allora soltanto si può discutere serenamente.