bene comune, non merce
Mentre si ripetono con costanza gli allarmi pubblici sulla siccità e i pubblici appelli per una maggiore austerità nei consumi quotidiani di acqua, la Provincia continua a progettare e finanziare grandi opere che mettono a rischio le fonti idriche. Dai nuovi impianti di risalita – i circa 28.000 ettari di aree sciabili in tutto l'arco alpino richiedono ogni anno 95 milioni di metri cubi di acqua per l'innevamento artificiale (il consumo di una città di 1,5 milioni di abitanti) – agli scavi giganteschi per le gallerie della nuova linea ad alta velocità da Verona a Monaco che intercetterebbero numerose falde, si continua a perseverare sulla strada di uno sviluppo senza limiti che attacca persino il più prezioso dei beni comuni.
C’è poi l’altro lato della medaglia. Dalle concessioni delle sorgenti per l’imbottigliamento alla gestione di acquedotti e forniture, la privatizzazione dell’acqua – anche nella forma mista pubblico-privato – trasforma una risorsa naturale in una merce attorno a cui si disegnano equilibri di potere e guerre economiche.
Di fronte a questa tendenza, urge rilettere e muoversi.
Urge resistere.
VENERDI' 30 NOVEMBRE
DALLE ORE 17.00 ALLE 19.00
PIAZZA PASI, TRENTO
banchetti informativi, mostre, interventi
folgaria235 (www.folgaria235.com)
Mountain Wilderness
spazio aperto NO Inceneritore NO TAV –Trento